Il presidente della FIP dopo il successo femminile: “Da `parenti poveri` abbiamo sorpreso tutti”. Sull`Europeo maschile: “DiVincenzo? C`è ottimismo, lui non vede l`ora di venire”.

Gianni Petrucci, confermatissimo presidente della Federbasket, si avvicina agli 80 anni (li compirà il 19 luglio) e dimostra ancora grande passione per lo sport. Reduce dal bronzo europeo vinto dalla Nazionale femminile dopo un`attesa di 30 anni, è pieno di gioia. “È un miracolo dovuto alla forza di volontà di queste atlete,” dichiara Petrucci. “Ci credevano e hanno stupito persino me. È stata un`impresa grandiosa: abbiamo battuto la Francia, vicecampione olimpica, e vinto 5 partite su 6 partendo da `parenti poveri` rispetto a federazioni con molte più tesserate. Ma questo è solo l`inizio. Abbiamo un allenatore che ha meravigliato tutti (nonostante le critiche iniziali) e una fuoriclasse come Cecilia Zandalasini. Un risultato non può certo cancellare i problemi esistenti, ma continueremo a investire sul settore femminile per rilanciare anche il campionato. Questo bronzo, così luminoso dopo trent`anni, ci dice che siamo sulla strada giusta.”
A chi ha dedicato la medaglia?
“Ad Achille Polonara. Quando l`ho visitato mi sono commosso, ma lui è sereno. Anche i medici sono fiduciosi. È appena partito per la Spagna, siamo tutti al suo fianco.”
Ora l`attenzione si sposta sugli Azzurri.
“Questo bronzo femminile deve servire da stimolo anche per Pozzecco e i suoi in vista dell`Europeo maschile. La nostra Nazionale maschile ha un valore aggiunto in Gigi Datome e l`entusiasmo creato dal Poz è evidente: è una persona buona e i giocatori lo adorano. Avremo anche Melli, reduce dalla vittoria di un campionato difficile come quello turco, sarà carico ed è un vero leader. Abbiamo una buona squadra, ma non chiedetemi pronostici…”

Riusciremo a convocare anche Donte DiVincenzo?
“Speriamo di sì. La situazione sarà chiara tra un paio di settimane, che è il termine ultimo. Siamo ottimisti, ci sono passaggi burocratici che coinvolgono i ministeri degli Esteri e dell`Interno, e ringrazio Tajani e Piantedosi per il loro interessamento. Noi stiamo facendo il massimo, e il giocatore non vede l`ora di venire in Italia per apporre la firma sul passaporto.”

Intanto, la Lega Basket ha un nuovo presidente.
“È noto il mio eccellente rapporto con Gandini, che considero un grande dirigente come ha dimostrato al Milan e alla Roma. Ma non posso che esprimermi positivamente sul nuovo arrivato Gherardini. Lo conosco da moltissimi anni, e ovunque abbia lavorato ha lasciato il segno.”
Chi l`ha sorpresa di più nell`ultimo campionato di Serie A?
“Antonini ha portato grande entusiasmo a Trapani. Poi c`è stata la sorpresa Brescia, che ha un imprenditore straordinario come Mauro Ferrari e un allenatore come Poeta che per la sua tranquillità in panchina dovrebbe essere d`esempio per tutti.”

Parliamo del nuovo presidente del Coni, Luciano Buonfiglio?
“Quando ero io presidente, mi regalò una bacchetta dicendo: `Tu sei il mio direttore d`orchestra`. L`ho conservata. Buonfiglio è partito con il piede giusto, si è presentato con umiltà, legando la sua candidatura all`eventuale permanenza di Malagò, e ha fatto un ottimo discorso prima del voto. E ha già portato tre medaglie tra noi e l`atletica, è anche fortunato! Credo possa aprire un ciclo di due-tre mandati.”
Cosa è successo tra lei, Gravina e Carraro?
“Abbiamo lavorato per avere Mornati come segretario generale: la sua serietà rappresentava una garanzia per il presente e il futuro dello sport italiano. Lo hanno capito Malagò e poi anche Buonfiglio. Non c`è nulla di male nel fatto che due federazioni importanti abbiano fatto questa scelta. È politica, ma in fondo, cosa non lo è?”
Buonfiglio ha già incontrato il ministro Abodi e il presidente della Federazione Nuoto Barelli, con cui Malagò aveva rapporti tesi.
“L`elezione di Buonfiglio contribuisce a distendere gli animi e sono certo che recupererà anche i rapporti con Binaghi. L`ombra di Giovanni Malagò? Non ci sarà, è una persona intelligente. Detto questo, se si facesse un sondaggio, credo sia l`uomo che conosce più persone al mondo…”
C`è stato uno sconfitto in questa elezione?
“Non credo. Pancalli ha agito in buona fede e Abodi è sempre stato un dirigente illuminato. Mi fido di lui: ha preso degli impegni con il mondo dello sport, e con il calcio in particolare, e sono certo che li manterrà.”
Quanto sono stati importanti i rapporti umani nella sua carriera?
“Da uno a dieci, dico dieci. Non mi fido di chi si atteggia a fenomeno e non invidio i miliardari perché non mi manca niente. Ai miei figli ripeto sempre che agendo con onestà, i risultati alla fine arrivano. E poi io ho fede, sono un peccatore ma ho fede. E il buon Dio non ti nega mai una grazia per non dartene una migliore. Io ero un semplice impiegato del Coni, all`inizio senza nemmeno la laurea, e sono arrivato a essere il numero uno dello sport italiano. Quando ho avuto quel bruttissimo incidente l`anno scorso ero convinto di morire. Ed ero sereno.”