Il tecnico del Marsiglia risponde alle critiche della madre-procuratrice: “La situazione è stata gestita male dal suo entourage. Ora Rabiot è sul mercato. È dispiaciuto, ma gli ho dato un consiglio paterno”
Roberto De Zerbi ha acconsentito alla sospensione di Adrien Rabiot in seguito a uno scontro fisico con Rowe, avvenuto venerdì scorso a Rennes. Quella che doveva essere una sanzione temporanea si è trasformata in una vera e propria rottura, a causa della gestione problematica da parte dell`entourage del giocatore. Durante la conferenza stampa pre-partita contro il Paris FC, il tecnico italiano ha chiarito la sua posizione: “Non sono sorpreso da certi atteggiamenti, data la mia esperienza di vita, ma mi sarei aspettato che Rabiot si presentasse umilmente per scusarsi. Questo avrebbe permesso di normalizzare l`intera vicenda.”

Un Richiamo all`Ordine e il Dialogo Paterno
La frattura tra Rabiot e il club sembra ormai profonda, con il giocatore ora ufficialmente sul mercato. De Zerbi ha rivelato: “Mi ha cercato solo oggi, mostrandosi rammaricato, pur ritenendo il provvedimento troppo severo. Gli ho parlato come un padre farebbe con un figlio. Se fossi stato suo padre, avrei agito esattamente allo stesso modo. Gli ho offerto un consiglio paterno, ora spetta a lui decidere cosa farne.” Il tecnico non ha tollerato la rissa con Rowe: “È fondamentale ristabilire la disciplina. In qualsiasi contesto lavorativo, che si tratti di camerieri, avvocati o operai, se due dipendenti si picchiano di fronte ai superiori, le uniche soluzioni sono la sospensione o il licenziamento. Con il presidente Longoria e il direttore sportivo Benatia, abbiamo optato per la sospensione, sperando in un pentimento sincero e nella comprensione che anche in una squadra di calcio esiste una gerarchia. Questa scelta è stata obbligata, dato che è stato necessario l`intervento dei nostri addetti alla sicurezza.”
Uno Spiraglio Aperto e la Replica alla Madre
De Zerbi ha poi replicato alle accuse di Véronique Rabiot, madre e procuratrice del giocatore, che lo aveva accusato di tradimento e incoerenza, descrivendolo come uno che “abbaia” nello spogliatoio. Il tecnico ha smentito tali affermazioni: “Ha detto cose non vere. Sono stato io a nominarlo capitano a Parigi e a difenderlo dai tifosi parigini che gli lanciavano bottigliette. Sua madre sostiene che non gli ho dato una seconda possibilità come a Greenwood. Ma il caso Greenwood riguardava questioni personali, qui invece si parla di un comportamento scorretto in un ambiente di lavoro. È vero, alzo la voce e urlo nello spogliatoio, ma sono anche il primo ad abbracciare i miei giocatori. Ho dimostrato più attenzione per suo figlio che per altri, arrivando persino a proporgli di trasferirsi nella mia casa ad Aix-en-Provence, mentre io sarei andato in hotel. Tengo a Rabiot; la decisione doveva essere temporanea. Avremmo potuto far finta di niente, ma non comprometto la mia dignità per una partita. È stata una decisione coraggiosa che approvo. Nei grandi club, servono regole chiare che vanno rispettate.” Il futuro ora è nelle mani di Rabiot. Per sua madre, tornare indietro è impensabile. Tuttavia, De Zerbi lascia una porta aperta: “Rabiot è un bravo ragazzo, ma la situazione è stata mal gestita dal suo entourage. Un ritorno con umiltà e scuse sincere avrebbe riportato la normalità. Non abbiamo mai desiderato una rottura definitiva. Ora, però, è possibile che parta. Non sarà facile giocare senza un elemento del calibro di Rabiot, ma ci impegneremo a completare la squadra. Ci aspettiamo 5-6 nuovi innesti entro la fine del mercato.”