Mer. Lug 2nd, 2025

Djokovic sulla rivoluzione di Sinner: “È stata una sorpresa, nell’ultimo anno Jannik…”

La decisione di Jannik Sinner di separarsi dal suo preparatore atletico Marco Panichi e dal fisioterapista Ulises Badio continua a far discutere nel mondo del tennis. Su questa scelta a sorpresa è intervenuto anche Novak Djokovic, condividendo la sua opinione durante il media day prima del torneo di Wimbledon.

Djokovic ha espresso comprensione per i cambi all`interno di un team, forte della sua esperienza personale: “Quello che posso dire come persona che ha effettuato dei cambiamenti nella sua carriera, è che lo capisco. Capisco che a volte semplicemente non si è più allineati a un modo di pensare o vedere le cose, e a quel punto ci si separa. A volte si cerca qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa di più fresco”. Ha aggiunto che le preferenze su chi avere nel proprio staff tecnico, soprattutto per quanto riguarda la preparazione fisica e l`interpretazione del gioco, possono variare notevolmente da giocatore a giocatore.

Djokovic: `Sinner nell`ultimo anno è migliorato molto`

Il campione serbo ha rivelato che la scelta di Sinner è stata una sorpresa anche per lui, specialmente considerando il suo legame professionale passato con Panichi e Badio: “Ho lavorato con Panichi e Badio, e penso che entrambi siano dei professionisti fenomenali, che hanno contribuito molto ai miei successi e a quelli del mio team. Non so quali siano le ragioni che hanno portato alla separazione con Jannik, ma è stata una sorpresa anche per me”. Djokovic ha poi sottolineato i grandi progressi di Sinner: “Il gioco e il fisico di Sinner sono migliorati moltissimo nell`ultimo anno o anno e mezzo. Loro (Panichi e Badio) sono stati una parte integrante di quel team. A essere onesto, ripeto, non so perché si siano separati, ma i cambiamenti possono succedere. Non è necessariamente qualcosa legato solo all`aspetto professionale, magari può esserci anche qualcosa di più privato”.

Djokovic su Sinner: `È difficile dare giudizi`

Riflettendo sulla natura dei rapporti professionali nel tennis, Djokovic ha concluso che definire la “persona giusta” per un giocatore è piuttosto relativo e dipende molto dall`individuo: “Siamo tutti differenti. Abbiamo costituzioni fisiche diverse. Alcune persone sono un po` più flessibili mentalmente, più aperte a imparare cose nuove rispetto ai metodi con cui sono cresciute”. Ha osservato che alcuni giocatori preferiscono rimanere nella loro “comfort zone” con uno staff consolidato, che offre stabilità emotiva, comfort, sicurezza e forza, come è successo a lui con il suo team storico. Tuttavia, ha ribadito la difficoltà nel dare giudizi generali, perché “ognuno di noi è diverso dagli altri”.

By Matteo Rinaldi

Matteo Rinaldi vive a Verona e scrive di sport italiani con passione. Dalle partite di calcio alle corse ciclistiche, racconta ogni evento con uno stile vivace e vicino ai lettori.

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