Dal “Milan Camp” in Kosovo alla consacrazione con i bianconeri allo Stadium

Era il 2012 quando un giovanissimo Edon Zhegrova, allora tredicenne, partecipò a un “Milan Camp” nella sua Pristina, capitale del Kosovo. Quell`esperienza non solo gli permise di stringere un piccolo trofeo, ma rafforzò ulteriormente il suo amore per il calcio italiano, che già seguiva con passione da casa. Oggi, a oltre un decennio di distanza, Zhegrova si ritrova protagonista proprio in quel campionato, ma con una maglia diversa: quella della Juventus. L`imminente big match allo Stadium contro il Milan riporterà probabilmente alla mente del calciatore quei lontani ricordi in rossonero. La sua determinazione a conquistare un ruolo centrale nella “Signora” lo spinge a voler dimostrare il suo valore, specialmente agli occhi del tecnico Tudor, che conta di averlo presto al top della forma. Un lungo infortunio ha purtroppo rallentato il suo inserimento e l`impatto sul percorso bianconero in campionato e in Champions League.
A San Siro con Kakà e Pato: Il Sogno Milanista
Edon Zhegrova ha dimostrato in passato di possedere una grande pazienza, una virtù che gli è stata utile in diversi momenti chiave della sua carriera. Sa che le opportunità più significative possono presentarsi anche all`ultimo istante, come accaduto con il suo trasferimento all`Inter dal Lilla, avvenuto proprio l`ultimo giorno di mercato, o come la sua inattesa partecipazione al Milan Camp. «Per oltre una settimana, duecento giovani calciatori erano stati invitati a sostenere dei provini. Io venni a sapere del Camp solo all`ultimo momento e arrivai davvero all`ultimo filo, dovetti vestirmi di fretta mentre gli altri bambini erano già pronti» — raccontò Zhegrova anni fa. — «Fu abbastanza divertente perché fui l`ultimo a registrarmi, ma alla fine fui il primo tra tutti i partecipanti». L`esperienza gli riservò anche un`indimenticabile visita a San Siro, un vero e proprio sogno per un ragazzino del Kosovo. «Conservo il ricordo di una splendida esperienza, ho realizzato un sogno. Ritrovarsi al Milan a 12 anni, vivendo in Kosovo, è qualcosa di incredibile. La mia famiglia era felicissima per me, rivedo ancora mia madre con le lacrime agli occhi. Ho avuto la possibilità di incontrare stelle del calibro di Kakà e Pato e di assistere a una partita contro il Chievo». Ricordi indelebili, che segnano un percorso dal Milan del passato al… Milan del presente.