Mer. Ott 8th, 2025

Franco Scoglio, il Figlio Tobias: “Il Genoa, il Derby con la Samp e la Passione di Papà”

La memoria del “Professore” a vent`anni dalla scomparsa

Il figlio del leggendario “Professore”, Franco Scoglio, ne celebra la memoria a vent`anni dalla scomparsa. Tobias racconta l`intensa dedizione del padre al ruolo di allenatore, la sua forte connessione con il Genoa e le occasioni mancate con squadre come la Juventus e il Napoli, spesso per via di figure come Montezemolo e Moggi.

Franco Scoglio è stato un rivoluzionario del linguaggio calcistico, creando un vocabolario tutto suo con frasi memorabili come:

“Io non faccio poesia, io verticalizzo.”
“Lei, là in fondo, la deve smettere. Sennò parlo ad minchiam.”
“Io odio la Sampdoria e non perdo occasione per ribadirlo.”
“Che libidine quando perdo.”

La sua schiettezza e coerenza lo hanno reso un personaggio iconico. Ma l`ex tecnico del Genoa non era solo un maestro di aforismi; era un visionario che, in un certo senso, anticipò la propria fine. La sua celebre profezia, “Morirò parlando del Genoa”, si avverò tragicamente il 3 ottobre 2005. Colpito da un arresto cardiaco in diretta televisiva, mentre discuteva in modo acceso ma civile con l`allora presidente del Grifone, Enrico Preziosi, Scoglio si spense improvvisamente, con un ultimo gesto di mano e un movimento innaturale della testa, davanti agli occhi attoniti dei presenti. Oggi, a vent`anni da quel giorno, il figlio Tobias, cresciuto in Germania e il più appassionato di calcio tra i quattro figli del “Professore”, ne onora il ricordo.

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Franco Scoglio, al centro, con due dei quattro figli: Tobias e Brigitte
Franco Scoglio, al centro, con due dei quattro figli: Tobias (a sinistra) e Brigitte (a destra).

L`Intervista a Tobias Scoglio

Tobias, quante volte ha rivisto le immagini della sera in cui suo padre morì in diretta?

“Le ho riviste innumerevoli volte. Inizialmente, era un`esperienza straziante, quasi un film horror per i primi due o tre anni. Con il tempo, sono riuscito a elaborare il dolore. Le immagini non sono chiarissime, e a volte sembra che mio padre si stia semplicemente addormentando. Ho anche cercato di farle rimuovere dalla rete, ma un amico mi ha spiegato che sarebbe stata una battaglia persa, in quanto sarebbero state ricaricate altrove.”

Considerando i numerosi spostamenti di suo padre come allenatore, che tipo di relazione siete riusciti a costruire?

“Sono sempre stato il più tifoso tra i figli; le mie due sorelle non seguono il calcio, e mio fratello preferisce il tennis. Io invece facevo viaggi di 850 chilometri da Kaiserslautern, dove vivevo, fino a Genova. Papà mi chiamava prima di firmare con il Genoa (un club che ha allenato per tre periodi distinti), dicendomi: `Preparati, ti farò una sorpresa…`. E la sorpresa più grande era sempre la panchina del Grifone.”

Il termine del rapporto tra Scoglio e il Genoa era per lui fonte di grande sofferenza…

“Era un tormento profondo. Si angosciava, si affliggeva, si sentiva devastato. Il suo modo di essere allenatore era una dedizione totale, unica: non lavorava per soldi, ma per pura passione. Tant`è che nel 2001 lasciò al club gran parte del suo stipendio per amore del Genoa. Con altre squadre, invece, si assicurava giustamente i suoi compensi.”

Una passione viscerale, quella per i colori rossoblù.

“Ricordo chiaramente un episodio: alla vigilia di un derby nell`aprile del 2001, eravamo in una stanza d`albergo. Mi svegliai alle 4 del mattino per bere e trovai papà sul letto, circondato da una ventina di fogli e lavagne, intento a studiare la formazione. Non mi notò nemmeno, diceva solo `Aspetta, zitto, zitto che non so se mettere Giacchetta o Malagò più avanzato. O forse Ruotolo…`. Franco Scoglio era così. Per questo ho voluto chiamare mio figlio Francesco Scoglio jr.”

E infatti, per salvare il Genoa in Serie B, Scoglio rinunciò persino a un Mondiale con la Tunisia.

“Era gennaio, la nazionale tunisina era già qualificata e giocava un calcio eccellente. Il Grifone, invece, versava in una situazione disastrosa, penultimo in classifica. La squadra andò a Salerno con Onofri in panchina, ma la formazione fu decisa da papà a distanza. Pochi giorni dopo, tornò a Genova. Il richiamo della città e del suo club era più forte persino di un Mondiale. Nella sua mente, si immaginava di salvare il Genoa e poi partire per Giappone e Corea. Tuttavia, i dirigenti tunisini si sentirono offesi e non accettarono il doppio incarico. Scoglio, però, salvò il Genoa in maniera eccezionale, vincendo anche un derby. Se avesse iniziato la stagione fin dall`inizio, sarebbe stato promosso in Serie A.”

Franco Scoglio in panchina durante una partita del Genoa
Franco Scoglio durante una partita del Genoa (foto Luca Zennaro).

La Juventus cercò Scoglio, ma poi non se ne fece nulla. Quale fu il motivo?

“Non solo la Juventus, ma anche il Napoli di Maradona corteggiarono mio padre. Poi, alla Juve, Montezemolo subentrò a Boniperti e optò per Maifredi. Moggi, invece, al Napoli, dopo diverse valutazioni scelse di confermare Bigon. In quella stessa stagione, Spinelli propose a papà di rimanere, ma purtroppo lui rifiutò, e l`anno successivo il Genoa raggiunse l`Europa con Bagnoli. Fu l`errore più grande della sua carriera: non l`avrebbe mai ammesso pubblicamente, ma in privato sì.”

Tra le tante citazioni di suo padre diventate celebri, qual è la sua preferita?

“Senza dubbio `Io non faccio poesia, io verticalizzo`. Questa frase rispecchia il mio approccio con mio figlio Francesco, che sogna di diventare calciatore. Cerco di dargli gli stessi consigli che, sono certo, gli avrebbe dato suo nonno, una vera leggenda per lui. Ma apprezzo molto anche quella sui `21 modi per battere un calcio d`angolo…`.”

Oggi il Genoa avrebbe bisogno di un Franco Scoglio in panchina?

“Sono convinto che mio padre farebbe meglio di Vieira. Era un uomo sicuro delle sue capacità. È vero che il Genoa ha ceduto giocatori senza rimpiazzarli, rendendo la situazione difficile per qualsiasi allenatore; io stesso pensavo che la squadra, sulla carta, fosse più forte. Ma Scoglio salverebbe il Genoa con tranquillità.”

By Lorenzo Valli

Lorenzo Valli abita a Bologna e si dedica alle notizie sportive italiane. Specializzato in volley e automobilismo, sa unire dati e emozioni nei suoi articoli.

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