Dom. Nov 16th, 2025

Gianni Petrucci: Tra Basket, Politica e Passioni, la Storia di un Uomo a 80 Anni

L`ex presidente del CONI e attuale guida della Federbasket si confida: “Ho collaborato con sei capi di governo. Dormo pochissimo, chi lo fa è più intelligente. Sono un divoratore di carta stampata, ma gli editoriali di Cannavò mi facevano tremare.”

Gianni Petrucci ha celebrato i suoi 80 anni il 19 luglio, un traguardo importante festeggiato in famiglia e con gli amici più intimi. “È stato merito di mia moglie Raffaela, che ha organizzato una festa a sorpresa ai Parioli, un evento perfettamente riuscito”, ha raccontato. “Non sono mai stato un amante di queste cose, né di fare tardi la sera. Sa cosa mi disse Franco Carraro, al quale sono grato per la coraggiosa scelta di portarmi alla Lega Calcio, durante l`ultima Giunta CONI che presiedevo?”

Prego, ci racconti.

“Stimo Gianni e gli voglio bene per una sua grande qualità: la sera è sempre a casa.”

Franco Carraro

Franco Carraro, un amico e figura importante nella carriera di Petrucci.

A casa, ma senza dormire molto.

“Dormo pochissimo. Ho osservato che chi dorme poco tende ad essere più intelligente: inizia prima la giornata e ha più tempo per dedicarsi alle proprie attività. Non rinuncio, però, al mio riposino pomeridiano di mezz`ora, un`abitudine che mi fu suggerita anche da Gianni Agnelli. Ho sempre cercato di emulare la vita dei grandi, illudendomi così, a volte, di esserlo anch`io.”


Video: Belinelli: “Vi spiego perché ho scelto di ritirarmi”

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Ha menzionato Agnelli, una figura che, assieme a Silvio Berlusconi, rappresenta uno dei maggiori imprenditori italiani.

“Agnelli possedeva un carisma straordinario. Ricordo che quando era membro del comitato etico del CIO, al fianco di Kissinger, al suo ingresso tutti si alzavano in segno di rispetto. Berlusconi, dal canto suo, ci è sempre stato vicino, anche grazie all`intervento di Gianni Letta, al quale va la mia gratitudine. Era una persona di una simpatia incredibile e di una generosità ammirevole. Donò personalmente un orologio di grande valore a tutti gli atleti che vinsero un`Olimpiade.”

Gianni Agnelli con Henry Kissinger

Gianni Agnelli con Henry Kissinger in un`immagine d`archivio.

E poi c`è la figura di Giorgio Armani.

“Quando ero presidente del CONI, Gilberto Benetton mi comunicò che non avrebbe più potuto sponsorizzare le divise dei Giochi con la sua linea Playlife. Ebbi l`intuizione di rivolgermi ad Armani che, tramite il suo amministratore delegato di allora, accolse l`idea con grande entusiasmo.”

Lei ha sempre vissuto di sport…

“Mio padre gestiva un negozio di abbigliamento in via Marsala a Roma, fornendo i grandi alberghi. Ero il terzo di tre fratelli; uno è diventato professore di chimica, l`altro avvocato. Avrei dovuto continuare io l`attività commerciale: per carità! Così, quando si presentò l`opportunità di entrare al CONI, grazie a mio zio che era ispettore presso la Banca Nazionale del Lavoro – la banca del Totocalcio – la colsi al volo.”

Ha spesso menzionato Giulio Onesti, figura storica e presidente del CONI.

“Mi prese sotto la sua ala protettiva. Era un genio: la politica lo nominò commissario straordinario e lui rivoluzionò il CONI, trasformandolo nel primo comitato olimpico mondiale, con le eccellenze di Coverciano e dell`Istituto di Medicina dello Sport. Fu anche il primo a organizzare a Roma un incontro con i Paesi del Terzo Mondo. Fu in quell`occasione che conobbi Vincenzo Malagò, padre di Giovanni e Francesca, amici sinceri.”

È stato vicepresidente della Roma. E lei, da laziale…

“Fu un`idea di Andreotti. Affrontai mesi di contestazione e fui seguito ovunque da due vigilantes.”

Giulio Andreotti e Gianni Petrucci

Gianni Petrucci con Giulio Andreotti.

Laziale da sempre?

“Sono un laziale appassionato. Andavo a salutare la squadra che partiva per le trasferte dalla Stazione Termini e seguivo gli allenamenti a Tor di Quinto. Ricordo ancora il gol di Seghedoni in un Lazio-Napoli che fu annullato perché c`era un buco nella rete e il pallone, dopo essere entrato, ne uscì. Ero in curva, come sempre.”

Ha sempre avuto anche una passione per la politica.

“Mi definisco un democristiano, un centrista di sinistra che ha sempre saputo collaborare anche con la destra. Ho lavorato con sei capi di governo diversi. È fondamentale comprendere che lo sport appartiene allo Stato. Lo Stato delega al CONI, e il CONI alle federazioni. L`autonomia dello sport è importante, certo, ma sempre con buon senso: i fondi provengono dallo Stato. Oggi esiste Sport e Salute, e la situazione è positiva. L`idea di Giorgetti del 2018 è stata accolta dalle federazioni più importanti. La mia filosofia è semplice: si combattono solo le battaglie che si possono vincere. La mia carriera, tuttavia, la devo esclusivamente a me stesso; nessun politico mi ha mai aiutato.”

È stato anche un sindacalista.

“Ho fondato il sindacato CISL-CONI, dove ho avuto modo di conoscere Franco Marini. Tuttavia, Onesti mi disse: `Per avanzare nella carriera, devi lasciare il sindacato.` E così feci.”

È cattolico?

“Sono un peccatore, ma cattolico. Ogni giorno faccio un salto in chiesa. E ringrazio Dio per l`incidente stradale dal quale io e mia moglie siamo usciti illesi.”

È vero che in passato desiderava diventare giornalista?

“Sono stato iscritto all`elenco dei pubblicisti dal 1978 fino a tre anni fa. Ottenni la tessera tramite l`agenzia democristiana `30 giorni`. Sono un grande appassionato della carta stampata. Alle 6:30 del mattino ho già terminato la lettura di tutta la rassegna stampa. Credo fermamente che `chi non legge non ha fortuna`.”

Il suo rapporto con i direttori dei giornali?

“Con tutti ho avuto ottimi rapporti, ma gli editoriali di Cannavò in prima pagina mi mettevano sempre in agitazione. Ricordo in particolare uno in cui insisteva sull`abolizione della federazione della caccia: lo ricordo ancora molto bene. Litigavamo spesso, ma alla fine vinceva sempre lui.”

Ha incontrato personaggi di spicco a livello internazionale?

“Ho cenato al Castello di Windsor con la Regina Elisabetta. Ho anche incontrato Shimon Peres e Yasser Arafat.”

Il basket rimane la sua grande passione, anche perché è ancora presidente della FIP.

“Certo. E mi irrita quando il nostro sport viene sminuito. Dopo il calcio, a livello mondiale, è lo sport più diffuso e conosciuto.”

Quali emozioni ricorda con particolare affetto?

“La vittoria del Mondiale di calcio nel 2006. Per quanto riguarda il basket, i due successi agli Europei con Gamba e Tanjevic.”

Messina con Sandro Gamba e Dan Peterson

Messina con Sandro Gamba e Dan Peterson nel 2011.

C`è una partita in particolare che le è rimasta nel cuore?

“Italia-Australia, sempre nel 2006, a Kaiserslautern. Al rigore di Totti, al 95`, fui travolto dall`euforia, scesi di corsa le scale e corsi in campo ad abbracciarlo. Mi rovinai il vestito, ma chi se ne importava!”

Ha avuto anche delle delusioni?

“Diversi casi di doping. I nomi sono noti, non voglio elencarli tutti. Purtroppo c`è anche Maradona, che per me è stato il più grande di tutti, altro che Pelé.”


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By Lorenzo Valli

Lorenzo Valli abita a Bologna e si dedica alle notizie sportive italiane. Specializzato in volley e automobilismo, sa unire dati e emozioni nei suoi articoli.

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