L`incontro del secondo turno al Masters 1000 di Toronto tra Alexander Zverev e Adam Walton ha riservato diversi momenti degni di nota. Il tennista tedesco, testa di serie numero uno del torneo, è tornato alla vittoria dopo oltre un mese di assenza dai campi, periodo che ha incluso anche una sessione di allenamento presso la Rafa Nadal Academy a Manacor. Zverev si è imposto con il punteggio di 7-6(6) 6-4. La partita non è stata affatto semplice, come dimostra il fatto che il tedesco ha impiegato un`ora e quarantacinque minuti per superare il suo avversario e garantirsi l`accesso al terzo turno, dove affronterà l`italiano Matteo Arnaldi, semifinalista in Canada lo scorso anno. Un video diventato virale online ha mostrato uno scambio incredibile da ben 52 colpi tra Zverev e Walton: nonostante la sua straordinaria durata, lo scambio non è risultato particolarmente avvincente, essendo stato caratterizzato prevalentemente da colpi difensivi. Tuttavia, un altro filmato della partita ha catturato l`attenzione per la sua singolarità e per il suo involontario umorismo.
L`intervento deciso dell`arbitro: l`esultanza interrotta di Zverev
L`episodio saliente si è verificato durante il tie-break del primo set. Zverev, sul 7-6, si prepara a servire per aggiudicarsi la frazione di gioco dopo circa un`ora di partita. Il suo servizio potente al centro sembra inizialmente vincente, e il tennista si lascia andare a un`esultanza rumorosa e liberatoria. Tuttavia, per sua sfortuna, la palla era chiaramente fuori dai limiti del campo. La decisione era talmente evidente che non c`è stato bisogno di ricorrere alla tecnologia, poiché la chiamata di “out” era così chiara che persino i telecronisti si sono chiesti come Zverev non l`avesse percepita. A placare immediatamente l`entusiasmo di Zverev è intervenuto l`arbitro, Richard Haigh, il quale, mentre il tedesco stava ancora gridando, ha annunciato chiaramente al microfono “fault”, indicando con il dito che la palla era fuori. Quando Zverev si è voltato a guardarlo, l`arbitro ha semplicemente allargato le braccia e abbozzato un sorriso. A “Sascha” non è rimasto che arretrare e prepararsi per la seconda di servizio. Anche in questa occasione è riuscito a conquistare il punto, chiudendo con un dritto e assicurandosi il set. La successiva esultanza è stata decisamente più sobria: nessun grido, solo un piccolo pugno rivolto verso il suo angolo.