Gio. Set 4th, 2025

Il padre del 13enne aggredito a Collegno: “La paura mi ha guidato a reagire male”

Portiere di soli 13 anni aggredito a Collegno

Un grave episodio di violenza ha macchiato un campo da calcio a Collegno, dove un padre, testimone dell`aggressione subita dal figlio tredicenne Thomas, è intervenuto in modo istintivo. L`uomo, la cui reazione è stata immortalata in un video diventato virale, ora si confronta con il suo gesto, esprimendo profondo rammarico.

Guardando quelle immagini cosa ha provato?

“Un profondo dispiacere, un senso di vergogna e un disagio palpabile,” ha confessato l`uomo, riflettendo sul proprio gesto. “Rivedere quelle immagini più e più volte mi ha fatto comprendere quanto la paura e l`istinto abbiano prevalso sulla ragione in quel frangente.”

Paura e istinto.

“Sì, esattamente,” ha confermato. “Ho agito con l`unico intento di difendere mio figlio, che era a terra, ma riconosco che non è affatto l`esempio che avrei voluto dargli.”

Già, suo figlio. Vi siete parlati?

“Mi ha detto esplicitamente che non avrei dovuto reagire in quel modo, nonostante per lui fosse un momento di grande spavento e ciò che stava subendo fosse molto difficile,” ha rivelato il padre.

Paura e istinto. E poi?

“La violenza va sempre e comunque condannata, da qualsiasi parte essa provenga,” ha ribadito. “Tuttavia, quando si è genitori, purtroppo, in determinate situazioni si rischia di perdere la lucidità nel vedere il proprio figlio in pericolo.”

Riavvolgiamo il nastro.

“Non è possibile,” ha sospirato. “Se solo potessi tornare indietro…”

Niente salto delle recinzioni, niente corsa, niente di niente.

“Non agirei in quel modo,” ha affermato con rammarico. “Avrei atteso l`intervento delle altre persone presenti sul campo, le quali avrebbero sicuramente posto fine a quella violenta lite tra ragazzi una volta conclusa la partita.”

Incontrerebbe la famiglia di Thomas?

“Sì, certamente,” ha risposto.

Paura e istinto, giusto?

“Credo che un confronto tra genitori potrebbe essere utile per abbassare i toni della discussione e, soprattutto, per inviare un messaggio diverso ai nostri figli, orientato alla conciliazione.”

E i figli, potranno mai trovare un punto di incontro tra di loro?

“Lo spero con tutto il cuore,” ha risposto, esprimendo una profonda speranza.

Qualche parola…

“Sarebbe fondamentale che potessero chiarirsi,” ha sottolineato. “Sono due giovani che condividono la stessa passione per il calcio, lo sport che praticano.”

Un messaggio forte all’indirizzo di chi vive il pallone nel modo sbagliato.

“Insieme possono imparare che nel calcio, come nella vita, a volte si vince e a volte si perde, ma ciò che conta veramente è la possibilità di divertirsi e di praticare lo sport con gioia.”

Lei è ora percepito come l`aggressore di Collegno, l`uomo della tragica domenica di fine agosto, quando due squadre Under 14 si affrontavano per un`importante sfida di un torneo storico in Piemonte.

“Ho visto mio figlio a terra, circondato e colpito da più avversari; la mia percezione è stata quella di un`azione violenta diretta contro di lui, ben più di un semplice diverbio sportivo. Da qui, come ho già affermato, la paura e l`istinto mi hanno spinto a compiere un`azione che, col senno di poi, non ripeterei.”

Suo figlio a terra, gli altri giocatori tutti contro tutti.

“La verità è cristallina nelle immagini che, ormai, in molti hanno avuto modo di vedere e rivedere,” ha concluso. “Credo sia innegabile che mio figlio sia stato aggredito e che io, in risposta, abbia reagito in modo sproporzionato, superando i limiti.”

Come finirà questa triste storia?

“Ritengo sia fondamentale che ogni istante di questa triste vicenda venga ricostruito con la massima accuratezza e obiettività, senza alcuna omissione o alterazione.”

By Davide Colonna

Davide Colonna risiede a Torino ed è un giornalista sportivo instancabile. Si occupa di tutto, dal basket alla scherma, con un occhio attento ai dettagli e alle storie degli atleti.

Related Post