Il serbo, campione d`Europa con il Fenerbahce, è alla sua prima stagione a Milano: “Dovremo mantenerci in forma e sacrificarci per la squadra. Per me, la leadership significa guidare con l`esempio. Parlare può essere importante, ma ciò che conta veramente è quello che fai.”
L`avventura di Marko Guduric con l`Olimpia Milano è iniziata nella sua Serbia, a Belgrado, il luogo dove tutto ebbe inizio per lui. Cresciuto cestisticamente nella Stella Rossa, la squadra che lo ha lanciato nel grande basket e che ha rappresentato casa sua per quattro anni, Guduric ha fatto il suo esordio con la maglia dell`Armani proprio contro di loro. Dopo un precampionato fermo a causa di una tendinite, il serbo è stato subito decisivo: con tre triple ha cambiato l`inerzia della partita, portando Milano alla vittoria. Coach Messina ha elogiato il suo impatto immediato, sottolineando come, da vero campione, abbia saputo prendere le decisioni giuste, realizzare canestri cruciali e infondere tranquillità nella squadra. Questa sera, l`Olimpia affronterà il Partizan, sempre a Belgrado, ancora senza Lorenzo Brown, ma con un Guduric in più. Campione d`Europa con il Fenerbahce pochi mesi fa, dove era una figura centrale, il suo acquisto è stato uno dei colpi più importanti dell`estate milanese. “Spero di parlare italiano entro fine stagione,” dichiara, ma il suo messaggio è già chiaro: “Abbiamo tutti gli elementi giusti. L`obiettivo è raggiungere i playoff e poi vedere cosa succederà.” Vale la pena ricordare che l`Olimpia non si qualifica per i playoff di Eurolega dal 2022.

Dall`esterno, quale idea si è fatto di cosa sia mancato all`Olimpia nelle ultime tre stagioni?
“Non posso dirlo con certezza, dato che non c`ero. Ma sono convinto che ora abbiamo una squadra eccellente, un buon equilibrio tra esperienza, gioventù e talento. Sono molto motivato; questa squadra merita di arrivare almeno ai playoff di Eurolega, e lo merita anche il club, con la sua organizzazione di alto livello. Per questo, il nostro obiettivo quest`anno deve essere raggiungere i playoff. Arrivarci sarebbe fantastico: l`Eurolega è un torneo estremamente competitivo, con squadre che investono molte risorse e il livello generale è aumentato notevolmente.”
Che ruolo ha avuto coach Messina nella sua decisione di venire a Milano?
“Ho avuto lunghe conversazioni con il coach, e la sua figura è stata un motivo fondamentale per cui ho scelto di venire. Ho parlato molto anche con il GM Stavropoulos e mi è piaciuto molto il progetto e la visione della società.”
La delusione estiva con la nazionale serba aggiunge motivazioni per la stagione?
“Assolutamente sì. Ma la nazionale è una situazione diversa. Qui voglio solo fare bene e vincere. Abbiamo gli elementi giusti, e la motivazione è sempre presente. Per me, questa è una nuova sfida: lasciare il Fenerbahce dopo tanti anni per un nuovo club e un nuovo campionato, uscire dalla mia `comfort zone`, mi motiva moltissimo. Mi piace la squadra, quello che vedo e quello che stiamo costruendo. Naturalmente, c`è tanto lavoro da fare, e nulla arriva facilmente o da un giorno all`altro.”
Cosa apprezza di più di questo gruppo?
“Conosco bene Booker, Brown e Cancar. Ho ritrovato anche rivali che ho affrontato negli anni. Mi piace che, in pratica, sia una squadra nuova, con molti giocatori cambiati e tanti altri con grande esperienza. E poi ci sono ragazzi affamati di successo come Ellis, Bolmaro e Mannion.”

Quali sono i motivi per credere nel successo?
“Abbiamo tutti gli elementi necessari. Per questo, sarà fondamentale rimanere in salute: è una stagione lunga, e abbiamo bisogno che tutti siano disponibili e pronti a giocare, che si tratti di 5 o 10 minuti, ma sempre con totale dedizione alla squadra.”
Sarà una stagione di successo se…
“Penso che l`ambizione debba sempre puntare al massimo. Parlando con i ragazzi e lo staff, capisco che dobbiamo procedere un passo alla volta. Vincere in Italia significherebbe una stagione di successo, considerando che l`anno scorso non sono arrivati né il campionato né la Coppa Italia. In Eurolega, raggiungere i playoff sarebbe un grande passo avanti. Ma la stagione è lunga, e l`Eurolega, ora con più squadre, è molto complessa.”
Al Fenerbahce è stato un campione e un leader. Come potrà questa sua esperienza aiutare Milano?
“La parola `leader` non mi piace particolarmente. Per me, la leadership significa guidare con l`esempio. Parlare può essere importante, ma la chiave è ciò che si fa. Bisogna assicurarsi che tutti siano allineati, sia nello spogliatoio che in campo: comprendere gli obiettivi e mettere la squadra al di sopra dei singoli. Credo che siamo tutti potenziali leader, tutti possiamo esserlo, e lavoreremo in questa direzione: è un gioco di squadra e la squadra è la cosa più importante. Non esiste l`io, esiste il noi. Dobbiamo essere tutti sulla stessa lunghezza d`onda: credere l`uno nell`altro e nell`allenatore. E avere pazienza.”