Il sorriso di Kimi Antonelli, 18 anni, è l`espressione autentica di chi ha appena scritto una pagina importante nel grande libro della Formula 1. La sua storia in F1 era già iniziata a Monza, con l`annuncio che la Mercedes, dopo l`addio di Lewis Hamilton, avrebbe puntato su di lui per il futuro. Un talento giovane ma già affermato, individuato da subito da Toto Wolff, e cresciuto con la passione per i motori trasmessagli dal papà Marco. Al suo decimo Gran Premio, Kimi riporta il tricolore sul podio della massima categoria automobilistica, un evento che non accadeva da quasi sedici anni. Un lungo intervallo, durante il quale il panorama della Formula 1, un tempo molto legato all`Italia, è profondamente cambiato.
La Mercedes Ritrova la Seconda Piazza
Il terzo posto conquistato da Antonelli in Canada va oltre il semplice risultato. Simbolizza la sua crescita e il ritrovamento di una Mercedes più competitiva, dopo alcune gare deludenti. La scuderia di Brackley, rinvigorita anche dalla vittoria di George Russell, si riafferma come seconda forza del campionato, posizionandosi subito dietro l`inarrivabile McLaren. Questo contrasta con la situazione della Ferrari, che dopo le speranze riaccese in Spagna, si è ritrovata in difficoltà in Canada, lontana dalle posizioni di vertice.
La Ferrari rappresenta l`aspetto meno brillante per l`Italia in F1: una scuderia apparsa in difficoltà e smarrita in Canada. Persino Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo, reduce dall`ennesimo weekend difficile in un luogo dove in passato ha trionfato, potrebbe aver provato un senso di nostalgia per il suo vecchio team. Proprio lì, vede il pilota che prenderà il suo posto ottenere un risultato storico. Un podio costruito con determinazione fin dal sabato, un weekend che Kimi stesso ha definito `stressante`. Le sue parole? `Sono felicissimo`.
Antonelli Spazza Via Ogni Dubbio
È difficile non esserlo [felice]. Il podio di Antonelli non è solo un terzo posto, ma una chiara risposta ai dubbi sulla sua precoce ascesa in Formula 1. Smentisce chi lo avrebbe preferito nelle categorie inferiori più a lungo o chi suggeriva un debutto in un team meno blasonato come la Williams prima di approdare in Mercedes. È un ringraziamento sentito ai suoi fan, italiani e non, che a Montreal lo hanno incoraggiato con entusiasmo, quasi come se avesse vinto la gara.
Kimi corre ispirandosi quotidianamente a grandi figure, dal leggendario Ayrton Senna all`icona del basket Michael Jordan. Ma i suoi idoli principali, `insegnanti preziosi`, come li definisce lui stesso, sono i suoi genitori, a cui deve tutto il supporto e la formazione che lo rendono il giovane uomo maturo che sta dimostrando di essere. Come molti piloti, rispetta i suoi riti scaramantici: salire e scendere sempre dal lato sinistro della vettura, eseguire il riscaldamento seguendo un ordine preciso, e persino piegare i vestiti e disporli sulla sedia sempre nello stesso modo. Chissà se, in Canada, ha modificato qualcuna di queste abitudini. Quello che è certo è che, dopo quella domenica, è `diventato un po` più grande`, parole di Toto Wolff.