L`ex simbolo della Reggina, Ciccio Cozza, ha condiviso i suoi ricordi e le sue esperienze durante il raduno di “Operazione Nostalgia” al Granillo, evento che ha visto la partecipazione di oltre 40 leggende del calcio.

Cozza racconta il suo percorso, iniziato giovanissimo a Reggio Calabria e proseguito con il trasferimento al Milan a soli 15 anni. Descrive quell`esperienza come unica per un ragazzo cresciuto in un piccolo paese calabrese, ricordando un`epoca senza tecnologia eppure ricca di sogni. Il desiderio del piccolo Ciccio era di sfondare nel mondo dello sport, giocare in Serie A e, in particolare, farlo con la sua amata Reggina, magari indossando anche la fascia di capitano. Sogni che, con il passare degli anni, è riuscito a realizzare, vivendo con gioia ogni tappa della sua carriera.
Si ricorda quando è arrivata la chiamata del Milan a casa sua?
“Io vedevo il Milan e tutti quei campioni solo in televisione al Novantesimo Minuto… L’unica cosa a cui pensavo era che volevo arrivare a giocare con loro.”
Però non è andata così e alla fine non ha mai debuttato. Rimpianti?
“No, nessun dispiacere. Il Milan mi ha dato tanto perché mi ha fatto crescere come uomo e mi ha dato una possibilità incredibile rispetto a quello che potevo aspettarmi al sud. Ho avuto la fortuna di vincere anche una coppa, uno scudetto, anche se non ero protagonista ma mi ha fatto realizzare l’inizio del sogno e poi mi ha permesso di trovare spazio in altre squadre.”
La Reggina su tutte.
“Quella squadra e quella maglia mi hanno dato la possibilità di diventare un personaggio importante nel mondo del calcio. Qui ho costruito tanto, ho raggiunto record importanti di presenze e di gol, mi sono confrontato con squadre con campioni come Dida, Baggio, Totti, Iuliano, Di Livio… prima li vedevo solo in tv, poi ho iniziato a giocarci contro.”
Cos’è Reggio per lei?
“Lo spiego in due parole: Cozza è la Reggina e la Reggina è Cozza.”
Alla Reggina ha giocato fino al 2009, poi ha smesso alla Salernitana. Quando ha cominciato a pensare al post carriera?
“Negli ultimi anni ho iniziato a costruirmi un futuro per il post. Ho iniziato a fare l’allenatore, mi diverto e l’obiettivo primario è questo: divertirmi e far divertire i ragazzini.”
Extra campo, lei anni fa venne coinvolto in un procedimento giudiziario e passò dalle pagine sportive a quelle di cronaca.
“Quell’episodio mi ha fatto male perché chi non ti conosce ti inquadra in una certa maniera… Purtroppo è una cosa che mi ha segnato nel mondo dello sport perché essere indagato, nonostante sulle carte non ci sia mai stato nulla su di me, ti segna. Ma ora fa tutto parte del passato. È stata un’esperienza che ho fatto e mi auguro che non succeda mai più niente di simile, perché sono episodi che fanno soffrire e fanno male anche ai familiari.”
Un altro polverone, di genere completamente diverso, si alzò poi con la fine del suo matrimonio con Manila Nazzaro.
“Con la mia ex moglie non ho più un rapporto anche perché in passato ha detto cose assurde ma poi ci siamo chiariti tramite gli avvocati. Erano cose davvero fuori luogo. C’erano tante bugie in quei racconti ma ora non se ne parla più, è un capitolo chiuso. Lei si è fatta la sua vita e io la mia, l’importante era far crescere bene e tutelare i figli. Ora io sono un uomo felicissimo. Ho una compagna, Celestina, che amo, abbiamo un figlio insieme e siamo innamorati.”
Cosa chiede al futuro?
“Vorrei trovare una squadra all’estero.”
Perché non in Italia?
“Per conoscere altri campionati, altre realtà. Il calcio italiano mi ha dato tanto e io anche mi sono speso tanto. Da anni però mi sembra si sia un po’ tutto fermato, è più difficile scoprire i talenti e portarli a grandi livelli. Lo abbiamo visto anche con le difficoltà della Nazionale. Ora confidiamo in Gattuso.”