L`ex allenatore del Borussia Dortmund, Lucien Favre, esprime la sua fiducia in Manuel Akanji, difensore che ha già vinto molto al City e che spera possa replicare i successi anche con l`Inter. Favre elogia anche le qualità del portiere Sommer, spesso sottovalutato.

Lucien Favre, ritiratosi nella sua tranquilla villa sul lago di Lemano a Losanna, ripercorre la carriera dei grandi calciatori che ha avuto il piacere di allenare. Tra nomi illustri come Marco Reus e Mario Balotelli, spicca anche quello di Manuel Akanji. Favre ha guidato Akanji per 85 partite al Borussia Dortmund tra il 2018 e il 2020, affrontando anche due volte l`Inter di Conte nella Champions League 2019-20. L`incontro con Akanji avvenne quando il difensore aveva 23 anni; Favre lo trasformò in un costruttore di gioco dalle retrovie, con licenza di spingersi in avanti. “Quando ho saputo del suo trasferimento all`Inter, sono stato molto contento. Al Manchester City ha vinto tutto, ora spero che possa ripetersi anche a Milano”, ha dichiarato Favre.
Qual è il primo ricordo che ha di lui?
“Il suo essere uno stacanovista. Sono arrivato a Dortmund nell`estate del 2018. Akanji era arrivato l`anno precedente dal Basilea, lo conoscevo già, siamo entrambi svizzeri. Il direttore sportivo mi disse che lo avevano scelto per la sua visione di gioco. Inizialmente, questa frase mi colpì molto.”
Come mai?
“Quando si parla di un difensore centrale, di solito si menzionano prima la marcatura, il senso dell`anticipo, le attitudini difensive. Di Manuel, invece, mi fu subito evidenziata la sua capacità di leggere situazioni offensive. Lo conoscevo, ma fin dai primi allenamenti fui sorpreso dalla sua padronanza tecnica e dalla sua intelligenza nel leggere il gioco.”
Con Guardiola ha giocato quasi a centrocampo.
“Anche con me si spingeva molto in avanti, sebbene i contesti di squadra fossero diversi. Lo facevo giocare sia come centrale puro in una linea a quattro, sia come `braccetto` in una difesa a tre. In alcune occasioni gli ho persino dato la fascia di capitano. È sempre stato un leader.”
La sua partita più bella?
“Contro il Bayern Monaco, nel 2019. Fu la finale di Supercoppa di Germania, vinta 2-0. In quella partita marcò Lewandowski in modo impeccabile.”
Via Pavard, dentro Akanji: l`Inter ci ha guadagnato?
“Parliamo di due campioni d`Europa con i rispettivi club. Il francese ha anche vinto il Mondiale da protagonista. Ma se devo scegliere, prendo Akanji: quindi sì, l`Inter ci ha guadagnato. Inoltre, con lui in campo, la squadra ha a disposizione due armi tattiche in più.”
Intende dire i `braccetti` difensivi? Bastoni compreso.
“Sì. Ed è così che Chivu potrà fare la differenza: Bastoni e Akanji hanno piedi da centrocampisti. Manuel è un `computer`: palla al piede sa sempre cosa fare e come servire le punte. La sua specialità è rompere la linea avversaria con il pallone e creare superiorità numerica.”
Centrale di destra o centrale puro: dove rende meglio?
“Più che il modulo, conta l`interpretazione del ruolo. È chiaro che partendo da destra avrà maggiori possibilità di spingersi in avanti.”
Un aneddoto su di lui?
“Dopo gli allenamenti rimaneva sempre mezz`ora in più per perfezionare un fondamentale: a volte i passaggi, altre i colpi di testa, altre ancora i tiri in porta o gli anticipi. Un giorno gli chiesi quali fossero i suoi obiettivi, e lui rispose con un sorriso: `Mister, io voglio arrivare sempre più in alto`.”
Alla fine, ci è arrivato.
“Se il City ha vinto la Champions League, gran parte del merito è anche suo. È Akanji che avvia l`azione del gol di Rodri: si sgancia, sale, vede il movimento di Bernardo Silva e lo serve nello spazio. Questo conferma quanto le ho detto prima: è uno dei pochi difensori centrali in grado di costruire il gol. Non parlo di assist, ma proprio di preparazione dell`azione. A Dortmund, il primo anno, giocavamo a quattro: avevo Hakimi a destra e Guerreiro a sinistra. Erano due frecce. Quando loro si alzavano, Manuel diventava il regista.”
Lei ha allenato anche Sommer al Gladbach.
“È un portiere tremendamente sottovalutato a causa della sua altezza. Prese il posto di ter Stegen e divenne un pilastro fondamentale. Se dovessi descriverlo in tre parole direi: personalità, sicurezza e istinto.”
Insomma, Akanji è un colpo da Scudetto per l`Inter?
“Assolutamente sì. Con lui, l`Inter ha blindato la sua difesa.”