Era il 2006 quando un giovanissimo Modric esordiva con la Croazia, affiancato da Tudor e contro un promettente Messi. Un ricordo indelebile.
Luka Modric in azione durante una partita.
Era il 1° marzo 2006, una data scolpita nella memoria di Luka Modric: il suo esordio con la maglia della nazionale croata. Accanto a lui, Igor Tudor; dall`altra parte del campo, un certo Lionel Messi. Quasi due decenni sono trascorsi da quell`amichevole a Basilea, vinta per 3-2 dalla Croazia, ma il ricordo della sua `prima` in nazionale resta indelebile. All`epoca, Modric aveva appena vent`anni. Sebbene fosse già riconosciuto come un talento purissimo del calcio croato (sarebbe stato ingaggiato dal Tottenham nel 2008 e poi dal Real Madrid nel 2012), pochi avrebbero potuto prevedere una carriera di tale portata: 190 presenze in nazionale, una finale Mondiale persa contro la Francia nel 2018 e ben sei Champions League conquistate con i `Blancos`.
In quella serata, il commissario tecnico Zlatko Kranjcar stava selezionando i calciatori per il Mondiale che si sarebbe tenuto in Germania tre mesi dopo. Modric, la stella dell`Under 21, era un osservato speciale, considerato pronto per il grande salto. Schierato come mediano in un 3-4-1-2, giocò al fianco di Nico Kovac, oggi allenatore del Borussia Dortmund. In difesa, al centro della retroguardia a tre, c`era il ventisettenne Tudor, che avrebbe lasciato la nazionale dopo l`eliminazione ai gironi del Mondiale, ritirandosi poi dal calcio giocato a soli trent`anni a causa di infortuni.
Messi contro Modric: uno scontro generazionale
Tornando a quella memorabile Croazia-Argentina (3-2), la squadra croata, pur priva dei fuoriclasse che sarebbero emersi nelle generazioni successive (come Brozovic, Rakitic e Kovacic), era comunque solida. In attacco spiccavano nomi come Prso e Klasnic, mentre in difesa Simic fu l`autore del gol del 3-2. L`Albiceleste di Pekerman, al contrario, schierava una vera e propria costellazione di stelle. Con un offensivo 3-3-1-3, Riquelme agiva alle spalle di un tridente composto da Messi, Crespo e Tevez. Un reparto avanzato da brividi, che vide anche l`ingresso, a partita in corso, di Diego Milito e Aimar. Tra gli altri campioni in campo per l`Argentina c`erano Cambiasso, Burdisso, Samuel e Scaloni, allora un roccioso difensore e oggi stimato commissario tecnico dei campioni del mondo.
E Modric? Quella notte, pur mostrando lampi della sua classe cristallina, la sua performance fu in parte eclissata dal gol e dall`assist (per Tevez) di un giovanissimo Leo Messi. Meno brillante fu Tudor, la cui prova venne giudicata dalla stampa come «troppo statica per tappare i buchi» in difesa. Igor e Luka condivideranno il campo in nazionale in altre quattro amichevoli e due brevi apparizioni al Mondiale 2006. Successivamente, quando Modric assunse le redini della nazionale, Tudor si era già ritirato, ammirando il suo ex compagno da tifoso. Nonostante appartengano a generazioni diverse e provengano da scuole calcistiche rivali – Luka dalla Dinamo Zagabria, Igor dall`Hajduk Spalato – la stima reciproca è sempre rimasta intatta.