Ven. Lug 4th, 2025

Lukaku: “L’Anderlecht mi ha salvato la vita. La festa Scudetto? È durata quattro giorni…”

Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha condiviso ricordi personali nel podcast Koolcast Sport. Ha sottolineato il legame speciale con il nonno, il suo primo e più grande sostenitore. “Mio nonno credeva in me fin dall`inizio,” ha raccontato Lukaku. “Mi scriveva lettere già a 6 anni, dicendomi che ce l`avrei fatta e di non arrendermi mai.”

A 10 anni, Lukaku si trasferì a Lierse, sperando di guadagnare abbastanza rapidamente per portare il nonno in Belgio. Purtroppo, il nonno si ammalò di cancro e morì nel 2005. Questo lutto segnò profondamente l`attaccante. “Mi fa ancora male pensare che l`Anderlecht, solo due anni dopo, aiutò moltissimo la mia famiglia,” ha confessato Lukaku. “Se solo mio nonno fosse vissuto un paio d`anni in più, o se fossi riuscito a portarlo in Belgio prima, forse sarebbe ancora qui. Avevo 12 anni, ero un bambino, ma lui era il mio eroe, quasi più di mio padre. È morto perché non avevamo i mezzi per farlo venire. Quel periodo è stato terribile, ma ha risvegliato una forza interiore in me. Inizialmente gestii il dolore, ma dopo la nascita del mio primo figlio, diventai più sensibile e capii quanto quella perdita mi avesse segnato. Prima, non mi preoccupavo solo del cibo per il giorno dopo, ma della possibilità stessa di fare qualcosa. Non potei salvare mio nonno per mancanza di soldi. Ogni volta che vinco un trofeo, piango non di gioia, ma per il dolore della sua assenza.”

Parlando del suo trasferimento all`Anderlecht: “L`Anderlecht mi ha letteralmente salvato la vita,” ha affermato Lukaku. “Non è solo una questione di affetto per il club. Non potrei mai criticare persone come Herman Van Holsbeeck o Jean Kindermans, perché lì ho ricevuto un aiuto fondamentale, un sostegno che l`Anderlecht non era obbligato a dare. Probabilmente sarei andato al Chelsea a 14 anni per diventare un attaccante, ma ho scelto di restare grazie a quello che l`Anderlecht ha fatto per me.”

Sul suo arrivo a Napoli: “Quando Conte mi ha chiamato per venire qui, ho pensato subito: `Ok, vinceremo ancora`,” ha rivelato Lukaku. “Non glielo dissi all`epoca per non sembrare folle, ma lo pensai, proprio come accadde con l`Inter. Abbiamo trionfato perché eravamo tutti uniti, remavamo dalla stessa parte. La vittoria a Bergamo contro l`Atalanta fu un momento chiave, lì capimmo la nostra forza. Le partite contro Juventus, Atalanta e Fiorentina ci diedero grande consapevolezza. Il pareggio con l`Inter ci lasciò l`amaro in bocca, meritavamo di più, ma fu la prova che eravamo al loro livello. Ricordo Conte negli spogliatoi dopo quella gara che ci caricò dicendo: `Ragazzi, dobbiamo crederci`. Ogni giocatore fu fondamentale: McTominay, Anguissa, Lobotka, Politano che correva per due, Neres… Per me David (probabilmente Neres) è un vero talento. Ti punta e non ti lascia scampo. Conte si adattò a noi e noi a lui. Aveva studiato a fondo le partite, e si vedeva in campo. Eravamo pronti a cambiare approccio durante la gara, perché sapevamo esattamente cosa fare e dove posizionarci.”

Riguardo la festa Scudetto: “Vincere a Napoli… incredibile!” ha esclamato. “Una celebrazione durata ben quattro giorni. C`erano fuochi d`artificio ovunque, famiglie intere in festa che si abbracciavano. Dopo la vittoria contro il Cagliari, finimmo di celebrare verso le 4 del mattino, ma tornai a casa con l`adrenalina a mille. Ero con mio fratello, chiamai mia madre… non riuscivo a dormire. Il giorno seguente ci ritrovammo con la squadra per continuare i festeggiamenti. E fu così per quattro giorni di fila. Non avevo mai festeggiato con tale intensità, nemmeno da ragazzo. L`inizio della stagione non fu semplice, c`erano molte perplessità su di me per il mio costo e l`età; mi sentivo come agli esordi della carriera.”

Sulla prossima stagione in Champions League: “La squadra più forte? Forse il PSG,” ha commentato. “Ma nel calcio moderno, se si costruisce una squadra solida con idee chiare, si può competere con chiunque. Molti credevano che il Barcellona avrebbe eliminato l`Inter… Questo dimostra che il calcio italiano merita più considerazione. Negli ultimi anni, l`Inter ha raggiunto tre finali tra Champions ed Europa League, la Fiorentina due, la Roma ha vinto e perso una finale europea, e anche l`Atalanta ha ottenuto successi.”

Definisce il calcio: “Per me il calcio è un mestiere,” ha spiegato Lukaku. “Non sono uno che ama parlare molto; preferisco dimostrare in campo. La carriera di un calciatore dura al massimo 15-20 anni, dopodiché non rimarrò nell`ambiente. Non mi vedrete più. Non tutti i giocatori hanno la stessa mentalità costante di un Cristiano Ronaldo o un Kobe Bryant. Io sono arrivato qui grazie alla mia mentalità. Ho sempre sacrificato tutto per la mia passione, ho fatto molte rinunce. Raggiungere posizioni di vertice per gli assist in Serie A, accanto a giocatori come Calhanoglu e Leao, mi ha mostrato che posso ancora evolvere, trasformandomi come calciatore. Non voglio essere solo quello che segna. Ti dici: `Ok, oggi non ho segnato, ma ho contribuito a far segnare`. Anche se, in fondo, resto un attaccante che vuole fare gol. Mi sono sentito davvero me stesso negli ultimi due o tre mesi della stagione. L`arrivo tardivo in estate non mi ha facilitato; ho dovuto recuperare gradualmente.”

By Davide Colonna

Davide Colonna risiede a Torino ed è un giornalista sportivo instancabile. Si occupa di tutto, dal basket alla scherma, con un occhio attento ai dettagli e alle storie degli atleti.

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