Mer. Lug 23rd, 2025

NBA: Lillard Ritorna Ai Portland Trail Blazers Per Tre Anni

Il playmaker di 35 anni fa ritorno nella sua squadra d`origine per la fase finale della sua carriera NBA, con un accordo triennale che prevede un`opzione per l`ultimo anno e la clausola di non essere ceduto.

Damian Lillard
Damian Lillard

Damian Lillard fa il suo ritorno a Portland, nella sua città natale. Un epilogo di carriera che ricorda una trama cinematografica americana, di quelle commoventi che lasciano un senso di benessere. Il talentoso playmaker di 35 anni, originario di Oakland, ha scelto i “suoi” Trail Blazers come ultima tappa della sua carriera NBA, la stessa squadra che lo ha visto esordire. Dopo essere stato svincolato dai Milwaukee Bucks, ha raggiunto un accordo con Portland per le prossime tre stagioni, ottenendo 42 milioni di dollari aggiuntivi rispetto ai 113 milioni già dovuti dai Bucks. L`ultimo anno prevede un`opzione contrattuale e la garanzia di non essere scambiato. Questo sigilla il suo legame eterno con “Rip City”, dove Dame ha trascorso le sue prime 11 stagioni, diventando il miglior realizzatore nella storia della franchigia con 19.376 punti. Sebbene avesse l`opportunità di cercare il suo primo titolo altrove, magari come un lussuoso giocatore di ruolo, ha preferito inseguire la gloria eterna in modo differente: diventando un`icona per la città, la sua comunità e la squadra. Lillard ha optato per un finale romantico, senza dimenticare un considerevole guadagno economico: le buone intenzioni, dopotutto, meritano un premio.

DOLCE CASA

Lillard ci rammenta che l`NBA non è esclusivamente uno spettacolo di business. A Portland, non avrà concrete possibilità di lottare per le Finals, eppure ha scelto il percorso che gli è più familiare: il ritorno a casa. Potrebbe persino non giocare la prossima stagione, in quanto sta recuperando dalla rottura del tendine d`Achille sinistro subita ad aprile, durante Gara 4 del primo turno di playoff 2025 contro Indiana. In precedenza, aveva già fatto una scelta di cuore. Era rientrato precipitosamente – anticipando i tempi e ignorando i pareri medici – dopo un problema di salute legato a coaguli di sangue. Aveva anteposto il bene della squadra ai suoi interessi personali. Voleva tentare la vittoria, aveva promesso ai Bucks di impegnarsi al massimo e non si era mai tirato indietro, come non ha mai fatto in carriera. Tuttavia, questa volta, il suo fisico lo ha fermato in un modo che nessuna difesa avversaria era mai riuscita a fare. La rottura del tendine è stata un evento crudele, aggravato dalle circostanze. E i Bucks, senza una logica chiara, né motivazioni tecniche o finanziarie, e nonostante l`evidente danno d`immagine, avevano poi deciso di tagliarlo per liberare spazio salariale per… Myles Turner, che tra l`altro veniva da Finals disastrose. Una decisione spietata, avventata e incomprensibile.

Damian Lillard con la maglia dei Milwaukee Bucks mentre tira un tiro libero.
Damian Lillard con la maglia dei Milwaukee Bucks mentre tira un tiro libero.

DUE ANNI DA BUCK

Lillard ha concluso i suoi due anni in Wisconsin, partecipando due volte all`All-Star Game e conquistando un trofeo significativo: la coppa NBA 2024, vinta nella seconda edizione del torneo, con l`ulteriore riconoscimento di essere stato incluso nel primo quintetto della competizione. Tuttavia, questi successi sono stati modesti rispetto alle aspettative generate dalla sua unione con Giannis Antetokounmpo e alle ambizioni della squadra. Gli infortuni, purtroppo, hanno ostacolato i Bucks durante gli ultimi due playoff, impedendo loro di avanzare nella post-season. È stato un capolinea prematuro, con l`eliminazione al primo turno, un esito che nessuno desiderava. Forse era il destino di Dame. Proveniente da Oakland, una delle città più difficili degli Stati Uniti per chi cresce in povertà, e da un college minore, Weber State, l`unico a credere in lui, fino al suo numero di maglia NBA, lo 0. Lillard sembrava destinato a essere un campione “maledetto”, privo di anelli da esibire nonostante il suo eccezionale talento. Nessun gioiello per lui, proprio come Stockton, Nash e Paul, o Westbrook e Iverson. Molti playmaker hanno fatto la storia del basket senza sollevare il Larry O`Brien Trophy. Forse doveva andare così. Una sceneggiatura implacabile, ma al tempo stesso la più autentica, proprio come Lillard in campo.

Damian Lillard dei Portland Trail Blazers esulta dopo un tiro.
Damian Lillard dei Portland Trail Blazers esulta dopo un tiro.

PROSPETTIVA PER I BLAZERS

Dal punto di vista di Lillard, la situazione è chiara. Le sue profonde radici a Rip City, dove è tornato per la riabilitazione post-operatoria, e i colloqui con Coach Billups, che gli ha chiesto di fare da mentore ai giovani e promettenti talenti della squadra, sono stati fattori determinanti. Il suo compito sarà quello di aiutare a “crescere bene” questi ragazzi. Meno chiara, invece, è la prospettiva della franchigia. Joe Cronin, il General Manager, aveva già suscitato perplessità due anni fa rifiutando l`offerta di Miami per Lillard, la sua destinazione preferita, optando invece per Milwaukee e “mettendo alla porta” il simbolo della franchigia, il quale, pur avendo richiesto lo scambio per disperazione a causa della mancanza di competitività della squadra, non aveva mai forzato la mano. All`epoca, i Blazers erano in fase di ricostruzione e la dirigenza era tra i primi a voler salutare Dame. Ora, Cronin genera nuovamente interrogativi riportandolo a casa, e per di più con un compenso non certo modesto, considerate le circostanze e la sua età. La speranza è che Lillard possa trascinare i Blazers ai playoff per la nona volta in carriera il prima possibile. Sarà difficile superare il risultato della finale della Western Conference raggiunta nel 2019, che rappresentò le “Colonne d`Ercole” per Dame. Certamente, insieme all`altro veterano Jrue Holiday, scambiato per lui due stagioni fa e ora suo compagno di squadra, potrà essere d`aiuto a Scoot Henderson e Shaedon Sharpe, due esterni di grande talento ma con poca maturità da sviluppare. Consigli ed esempio, innanzitutto. I Blazers dispongono anche di altri giovani promettenti: le ali Deni Avdija e Toumani Camara, oltre ai lunghi Donovan Clingan e Yang Hansen, il cinese scelto nell`ultimo Draft. Ma Dame non è il tipo che si accontenta di un ruolo marginale. Vorrà il controllo della squadra, il volante. È impensabile che nella sua mente si veda come riserva di Henderson, la scelta numero 3 del Draft 2023, soprattutto al Moda Center. Vedremo se sarà ancora l`uomo giusto per accendere l`entusiasmo nell`arena dei Blazers. Di certo, a Portland è di nuovo Lillard Time. È tempo di rinfrescare i ricordi, e a Rip City non vedono l`ora.

By Lorenzo Valli

Lorenzo Valli abita a Bologna e si dedica alle notizie sportive italiane. Specializzato in volley e automobilismo, sa unire dati e emozioni nei suoi articoli.

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