Mer. Lug 23rd, 2025

Paolo Belli: Dalla Fede Bianconera all’Adorazione per CR7, e Ora il Tifo per il Nipote

Il cuore juventino di Paolo Belli: Dall`inno bianconero all`adozione, con “Juve” come prima parola italiana per Vladik.

Paolo Belli, il noto cantante e direttore della Big Band di “Ballando con le Stelle”, ha una passione incrollabile per il calcio e per la sua Juventus. Nel suo ultimo singolo, “Tutto l’amore che c’è”, si percepisce chiaramente l`eco di questa passione con un “alé oh oh”, da lui descritto come “un inno alla vita, da ballare e cantare come allo stadio”. Belli, che si definisce “l`allenatore” della sua band, esigendo sempre “i tre punti” prima di ogni esibizione, è anche il celebre autore dell`inno bianconero. Confessa di sentirsi “preoccupatissimo” quando la canzone risuona all`Allianz Stadium, temendo di sbagliare una sillaba, ma scherza su questo. Per lui, essere l`autore di quel canto d`amore intonato a squarciagola dai tifosi è come scendere in campo, un vero e proprio sogno d`infanzia che si è avverato.

Paolo Belli
Paolo Belli, artista poliedrico e tifoso juventino.

La sua fede juventina, pur essendo nato in provincia di Modena, ha radici profonde.

“La mia passione per la Juventus ha origini lontane: esiste una foto di me neonato avvolto in una bandiera bianconera, un omaggio a mio padre. Da bambino, scrivevo innumerevoli lettere ad Anastasi, spedendole ingenuamente senza indirizzo. Questa profonda dedizione per i colori bianconeri l`ho tramandata a mio figlio e ai miei nipoti. Ricordo quando adottammo Vladik, che all`epoca aveva sette anni e non parlava una parola d`italiano. Gli sussurravo “Juve” di notte, desiderando che fosse la sua primissima parola nella nostra lingua.”

Paolo Belli con maglia juventina
Paolo Belli, un tifoso della Juventus sin dalla nascita.

Qual è il giocatore al quale si sente più legato?

“Ci sono molti calciatori a cui sono affezionato, e con diversi di loro ho un legame personale. Penso a Del Piero, che mi ha supportato molto durante la mia presidenza della Nazionale Cantanti, o a Ciro Ferrara, con cui sono in contatto costante. Ho avuto anche la fortuna di essere amico di Vialli. Dal punto di vista sportivo, non posso non menzionare Roberto Baggio, sebbene la mia predilezione vada ai giocatori più tenaci, e adoravo Davids. Tuttavia, ho avuto un momento epico con Cristiano Ronaldo: mi sono inginocchiato davanti a lui, gli ho baciato il gomito e ho intonato “Ave Cristiano”. Pensavo che la sua scorta mi avrebbe aggredito, invece lui ha riso di gusto e mi ha abbracciato. Lo ammiro profondamente per la sua dedizione e il lavoro instancabile che lo hanno portato al successo. Si merita ogni cosa. Quando giocavo, ho scelto la maglia numero 6, quella di Gaetano Scirea, un modello di eleganza e altruismo in campo e fuori. Credo sia fondamentale stimare gli sportivi per i valori che ci trasmettono.”

Le vengono in mente altri esempi di sportivi da ammirare?

“Assolutamente, Claudio Ranieri. All`inizio degli anni `90, abbiamo condiviso lo stesso hotel a Firenze per un mese: io ero impegnato nella registrazione di un disco mentre lui allenava la Fiorentina. Fu un incontro memorabile, e ancora oggi, quando sento le sue dichiarazioni, ritrovo la stessa coerenza e gli stessi principi che esprimeva trent`anni fa.”

E cosa pensa del suo “no” alla Nazionale?

“Assolutamente coerente! Aveva già dato la sua parola alla Roma. Ranieri è proprio così, una persona di grande integrità.”

E riguardo alla Nazionale italiana sotto la guida di Gattuso, qual è la sua opinione?

“Non vorrei mai trovarmi nei suoi panni; la situazione è veramente ardua. Non siamo più il fulcro del calcio mondiale, capaci di produrre un flusso continuo di talenti e di vincere trofei. Oggi facciamo persino fatica a qualificarci per certe competizioni, il che è piuttosto drammatico. Manca una vera attenzione ai giovani talenti italiani; sarebbe necessario stabilire delle regole precise, imponendo ai club di far giocare almeno un paio di ragazzi. A lungo termine, questo si rivelerebbe un investimento vincente. Forse anche noi abbiamo un nostro `Yamal`, ma non ce ne rendiamo conto perché ci concentriamo solo sul presente, trascurando il futuro. Prendiamo l`esempio di Totti: ha debuttato con la Roma a soli 16 anni e gli è stata data la possibilità di giocare e crescere. Siamo sicuri che oggi avrebbe le stesse opportunità?”

Gianni Morandi, Paolo Belli e Luciano Spalletti
Gianni Morandi, Paolo Belli e Luciano Spalletti in un momento di solidarietà.

Sappiamo del suo legame con Luciano Spalletti. Come pensa che abbia vissuto il suo addio alla Nazionale?

“Luciano è un caro amico, una delle persone più spiritose che io conosca, e non perde occasione per chiamarmi ‘gobbaccio’… Un giorno lo convincerò a venire a `Ballando con le Stelle`! Riguardo alla Nazionale, si tende a dimenticare che il calcio è fatto di persone normali, con le loro ansie, gioie, delusioni e fragilità. La vicenda del suo addio brucia profondamente, perché Luciano nutre un amore immenso per la maglia azzurra. Credo che non gli sia stato fornito il supporto e il materiale sportivo adeguato per poter raggiungere i risultati desiderati.”

Tornando alla Juventus, cosa pensa di Tudor?

“Un grande! Premetto che ero convinto che Thiago Motta avrebbe fatto faville, ma Tudor è arrivato in un momento delicato, conoscendo perfettamente l`ambiente bianconero, e ha saputo rimettere a posto le cose. Sono felicissimo che sia rimasto e credo che, con una preparazione completa fin dall`inizio, farà un`ottima stagione. Il progetto Juventus richiede tempo e altri due anni di investimenti, ma la direzione è quella giusta. Serve pazienza, una qualità che purtroppo a me è sempre mancata e con cui ancora lotto! La lotta scudetto sarà tra Inter e Napoli? Faccio fatica a sbilanciarmi, ma dico solo che l`anno prossimo la Juventus deve assolutamente conquistare qualche trofeo.”

Paolo Belli al Giro d`Italia
Paolo Belli, appassionato di ciclismo, prima di una tappa del Giro d`Italia.

Oltre al calcio, il ciclismo è un`altra sua grande passione.

“Fino a qualche anno fa percorrevo tra i 15 e i 18 mila chilometri all`anno in bicicletta, mentre ultimamente non supero i 10 mila, e ne sono dispiaciuto. Pedalo fin da bambino, da quando, dopo il terremoto di Carpi, ho scoperto che sulla bici non si sentono le scosse… Il mondo osservato dalle due ruote è unico, e pedalare per me non è solo una passione, ma un vero e proprio stile di vita. Devo confessarvi una cosa: ultimamente uso spesso la bici elettrica, ma c`è una ragione ben precisa. Devo riuscire a tenere il passo di mio nipote Damir, che a 10 anni è un vero fulmine. Gli ho trasmesso la mia passione per il ciclismo; è bravissimo, partecipa alle gare e vince. In quei momenti mi trasformo, diventando il classico nonno che urla dal bordo strada. Vedere il bambino impegnarsi, imparare il valore del sacrificio, l`importanza della sconfitta e sorridere dopo ogni arrivo, indipendentemente dal risultato, mi entusiasma. Gli ripeto spesso che il talento da solo non è sufficiente; ciò che fa la vera differenza è il duro lavoro. Per fortuna, i suoi idoli sono Cristiano Ronaldo e Pogacar, due atleti che si sono impegnati al massimo per raggiungere i loro successi. E in fondo, sia nello sport che nella musica, la fatica ripaga sempre.”

By Davide Colonna

Davide Colonna risiede a Torino ed è un giornalista sportivo instancabile. Si occupa di tutto, dal basket alla scherma, con un occhio attento ai dettagli e alle storie degli atleti.

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