L`ex calciatore di Genoa e Roma, in un`intervista al Corriere della Sera, confessa: `Sono sopravvissuto al cancro perché, rispetto a D`Amico, Mihajlovic, Vialli e Paolo Rossi, sono stato più fortunato. Falcao era una persona eccezionale, ma quel rigore…`
La vita di Sebino Nela, intrecciata tra calcio, musica, la lotta contro la malattia e l`affetto della famiglia, viene raccontata con sincera trasparenza. In una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, l`ex terzino, celebre per la sua militanza nel Genoa e, in particolare, nella Roma, si confida apertamente. Riguardo al suo nome, spiega: `Sebastiano rappresenta l`uomo che si cela sotto la maglia da calcio, mentre Sebino è il giocatore in campo.` Chiarisce inoltre il significato profondo del celebre coro dei tifosi romanisti `Picchia Sebino`: `Non ho mai usato violenza fisica. Era un modo per indicare la mia tenacia e la mia inesauribile grinta sul terreno di gioco.`
La Carriera
Sebino non tralascia nessun dettaglio del suo percorso, nemmeno il suo ingresso nel mondo del calcio, avvenuto grazie a una “segnalazione”. `Ero un fervente sostenitore del Genoa, come mio padre, ma fui inizialmente scartato a causa della mia esile costituzione fisica. Entrai poi grazie a una raccomandazione. Un amico di mio padre, anch`egli tifoso genoano, intervenne in mio favore. Il mio primo contatto con un campo in erba avvenne solamente al mio debutto in Serie B; prima di allora, giocavo sempre su superfici sterrate o in pozzolana.` La sua ascesa nel professionismo rispecchia quella di molti calciatori della sua epoca, plasmati da profondi valori familiari e sacrifici: `Tre ore di autobus al giorno, sveglia alle sei per la scuola, poi gli estenuanti allenamenti, e infine l`aiuto ai miei genitori nel loro ristorante. Tentavo di studiare a mezzanotte, ma spesso la stanchezza mi vinceva e mi addormentavo subito. Mio padre lavorava sempre diciotto ore al giorno in cucina, avendo anche esperienza come imbarcato su navi. Mia madre, invece, arrivava a rinunciare a comprarsi le calze pur di assicurarmi gli scarpini da calcio.` Prosegue il suo racconto: `Ho ritrovato di recente il mio primo contratto con la Roma: quaranta milioni di lire lorde. Quella cifra permise ai miei genitori di smettere finalmente di lavorare. Il ricordo più emozionante? Senza dubbio quando portai a casa il primo premio in denaro dopo il mio esordio con il Genoa: mio padre scoppiò in lacrime per l`emozione.`

Il Libro e i Ricordi Giallorossi
Questi e numerosi altri aspetti della sua vita sono approfonditi nel suo libro, intitolato `Il vento in faccia e la tempesta nel cuore`. `Sono una persona riservata per natura, e non mi interessava affatto scrivere un libro riempito di aneddoti superficiali, come quelli su quante donne si presentavano in ritiro. Ho voluto, invece, se decidevo di farlo, raccontare Sebastiano, la persona vera dietro il calciatore.` E aggiunge: `Lavoravo costantemente in silenzio. All`inizio parlavo poco. La mia storia personale è cambiata radicalmente nel secondo anno a Roma.` Già, la Roma e la Capitale, che hanno rappresentato l`apice della sua carriera. Un periodo che lo ha consacrato indelebilmente nella storia del calcio italiano. Ha vissuto uno scudetto indimenticabile, quello del 1983, ma anche due grandi delusioni: `Ho capito immediatamente cosa significasse davvero la Roma. Le tifoserie avversarie ci insultavano in ogni modo possibile, ma questo, paradossalmente, raddoppiava le mie energie e la mia determinazione. Poi, la finale di Coppa dei Campioni persa con il Liverpool l`anno seguente. Ebbi una buona occasione che però decisi di passare a Graziani: avrei potuto tirare direttamente. Ma quella sconfitta, a dire il vero, l`ho digerita piuttosto bene. Fu peggio quella subita contro il Lecce, che ci costò lo scudetto due anni dopo. Roma è una città ideale per vivere, a Milano ci sono molte più distrazioni. Una cosa è certa: non abbiamo mai avuto presidenti forti e stabili, a parte Dino Viola e Franco Sensi, con i quali abbiamo trionfato. Quello che De Laurentiis rappresenta oggi per il Napoli. Ma l`ambiente romanista non c`entra nulla con le difficoltà. Anche perché la Roma vanta una delle migliori tifoserie d`Europa. Falcao? Una persona meravigliosa e di grande spessore. Ma quando non tirò il rigore nella finale contro il Liverpool, mi deluse profondamente. So che un paio d`anni fa se n`è pentito…`
La Passione per la Musica
Dalla Roma alla musica, sempre con un forte legame con la capitale. Antonello Venditti, uno dei suoi più celebri cantautori, gli ha dedicato l`emozionante canzone `Correndo correndo`: `Eravamo in ritiro a Montecatini, e lui la suonò al piano. Era una melodia diversa rispetto alle sue consuete canzoni d`amore. La ascolto almeno una volta al giorno, è diventata una sorta di rito. Non guardo il Festival di Sanremo da dieci anni; è diventato ormai un palcoscenico per esprimere opinioni personali, un grande show politico, più che musicale. I giovani di oggi cantano ancora con passione Patty Pravo e Battisti, mentre gli artisti attuali, a mio parere, non saranno ricordati da nessuno tra qualche anno.`
La Lotta contro la Malattia
Il capitolo più delicato e intimo è quello della malattia: il cancro al colon. Nela ne parla apertamente, senza sottrarsi, quasi in una confessione liberatoria. Non nasconde assolutamente nulla e sottolinea con forza di essersi sentito fortunato: `Noi calciatori viviamo costantemente di obiettivi, una partita dopo l`altra. Con la malattia ho applicato esattamente lo stesso principio. Passavo cinque ore in bagno ogni singola notte a causa dei lancinanti dolori di stomaco dopo la chemioterapia. Mi sono imposto: `Cerchiamo di resistere in bagno quattro ore. Poi tre ore e mezzo, poi tre.` Ha funzionato, questo approccio graduale mi ha aiutato. L`unica cosa che mi infastidisce profondamente è la superficialità della gente che mi dice: `Non c`erano dubbi che con quel fisico straordinario ne saresti venuto fuori.` E allora tutti i colleghi che purtroppo ho perso? Penso a Vincenzo D`Amico, Paolo Rossi, Sinisa Mihajlovic, Gianluca Vialli. L`unica e amara differenza tra me e loro è che io sono stato semplicemente più fortunato.` Sebino racconta anche il suo rapporto con la famiglia in quel periodo così difficile: `Una notte trovai mia moglie e le mie figlie in lacrime, e dissi loro con fermezza: `Basta, siete voi che ora dovete aiutare me, con la vostra forza.` All`interno della casa la situazione cambiò drasticamente. Ho perso mio padre per questa stessa malattia, e anche suo fratello. Ho perso mia sorella, la persona che stimavo di più al mondo: si è lasciata morire dopo otto anni di estenuanti cure. L`altra mia sorella convive con il cancro da ben quattordici anni. Una famiglia letteralmente decimata dai tumori: non ce lo meritavamo, è un peso immenso. A me in quel periodo dispiaceva molto farmi vedere pallido e sofferente. Ora, cerco di essere sempre abbronzato, è un piccolo modo per mostrare forza.`
Tra Presente e Futuro
Conclude l`intervista parlando del calcio di ieri e di oggi, e dei suoi progetti futuri: `Mi piacerebbe molto confrontarmi con un Maori in Nuova Zelanda, la loro cultura mi affascina. Ma sto bene anche facendo una semplice passeggiata al mare, lungo il litorale laziale, godendomi la tranquillità. Mi piace leggere molto di politica e geopolitica, sono argomenti che mi appassionano. Gioco a scacchi regolarmente. Lo scudetto? Il Napoli ha tutte le carte in regola per riconfermarsi campione, l`Inter è la squadra che, a mio avviso, esprime il miglior gioco in questo momento, mentre il Milan potrebbe rivelarsi la mina vagante del campionato. La Roma? Arrivare tra le prime quattro sarebbe già un risultato straordinario per questa stagione. L`inizio è convincente, ma dobbiamo monitorare attentamente il percorso delle altre squadre, la competizione è alta. Gasperini, con i suoi progetti, richiede sempre tempo per vedere i frutti del suo lavoro.`