L`ex calciatore si confessa: tra leggende da “donnaiolo”, il dramma del figlio e i retroscena della TV.
In Versilia, il vento porta con sé ricordi vividi, come le storie di un giovane Cellino che sfuggiva agli agenti o le voci che “il Betta” fosse “troppo affascinante per un calciatore”. Stefano Bettarini, cinquantatré anni, ex terzino sinistro con oltre trecento presenze da professionista e quindici anni di reality show, riflette sulla sua vita attuale. “Vivo a Viareggio con Nicoletta, la mia compagna. Il calcio e la televisione non mi mancano. Negli anni ho investito nel settore immobiliare e le cose vanno bene, oggi posso dire di non lavorare e godermi la vita. Non ho sprecato denaro: i miei genitori mi hanno insegnato a non sperperare nulla, ma i miei capricci me li sono tolti comunque.”
Qual è stato il regalo che si è concesso con il suo primo stipendio?
“Una BMW. Era l`anno del servizio militare, giocavo nel Baracca Lugo in Serie C1 e guadagnavo ventiquattro milioni di lire. L`auto costava quarantotto, il resto lo mise mio padre. Gliel`ho restituito a rate.”

Come la stuzzicava suo padre Mauro?
“Mi diceva che non sarei mai arrivato in Serie A. Il giorno prima del mio debutto, Cagliari-Torino, lo chiamai spavaldo. `Visto, sì?`. Lui mi gelò: `L`importante non è arrivare ad alti livelli, ma rimanerci`. È scomparso a dicembre, mi manca molto. Lui aveva giocato nelle giovanili della Roma, ma mio nonno lo fece smettere perché fu bocciato due volte al liceo classico. In famiglia sono tutti laureati. L`unico `asino` sono io, che ho inseguito un sogno.”
Che tipo di calciatore è stato?
“Un fluidificante mancino con un bel piede, capace di coprire tutta la fascia. Sarò sincero: a quei tempi, di giocatori così ce n`erano pochi. Pancaro e Zambrotta erano destri e quindi adattati. Poi c`era Maldini, l`idolo di sempre. Un`altra categoria.”
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Si è sentito sottovalutato?
“Sarò onesto anche qui: ho avuto una carriera giusta. Mi è mancato giocare in una grande squadra. L`avrei meritato, ma al mio agente dicevano sempre la stessa cosa…”
Del tipo?
“Bettarini è troppo bello per fare il calciatore. Lo dissero Galliani e Moggi quando ero in trattativa con Milan e Juve. Questa reputazione mi ha danneggiato. Una volta partecipai a una sfilata alla fashion week e me ne dissero di tutti i colori. Anche la società si arrabbiò. Oggi i calciatori incidono dischi, lanciano brand, fanno di tutto.”

È mai scappato da un ritiro?
“Mai. Ero considerato quello che faceva disastri, ma non era vero.”
E la fama di “donnaiolo”?
“Mi ha fatto sia arrabbiare sia ridere. A me le donne sono sempre piaciute, ma non ho mai ricevuto multe o sanzioni per serate fuori. A Lucca, Orrico ci pesava ogni giorno. C`erano ragazzi che pur di perdere mezzo chilo dopo una serata facevano gli skip col giaccone. Io invece avevo i paparazzi alle calcagna che mi seguivano ovunque. Quando ero sposato con Simona Ventura avrò detto no a duecento eventi.”

Come vi siete conosciuti?
“In Sardegna. All`epoca giocavo nel Cagliari, lei venne alla presentazione della squadra. All`inizio non volevamo che la notizia trapelasse. Lei andava in giro con una parrucca.”
È vero che scoprì i suoi tradimenti tramite un investigatore?
“Sì, ma parlarne non ha più senso.”
Oggi in che rapporti siete?
“Ci siamo separati vent`anni fa, ognuno fa la sua vita. I nostri figli hanno ventisette e venticinque anni, non abbiamo più bisogno di fare la famiglia allargata.”

Nel 2018 suo figlio Niccolò fu accoltellato undici volte fuori da una discoteca.
“E i suoi aggressori sono liberi, non mi ci faccia pensare. Oggi lui fa il personal trainer, è un `armadio a due ante`, sfoga la sua rabbia in questo modo. Ha sfiorato la morte, non si supera mai una cosa del genere.”
Ha temuto che morisse?
“Sì. Ho avuto paura, ma paura vera.”
Torniamo al calcio. Un ricordo su Zamparini?
“L`ho avuto a Venezia. Quando le cose andavano male chiedeva consigli a un mago. Mi convinse a cospargermi un etto di rognone sul petto per scacciare il malocchio.”

Massimo Cellino, Cagliari.
“Pur di non farsi trovare dal mio agente scappò dalla finestra di un albergo. La Fiorentina mi voleva, ma lui non ne voleva sapere. In Sardegna sono stato benissimo.”
Edmundo, suo ex compagno alla Fiorentina.
“La Viola ha uno scudetto in meno perché lui scappò in Brasile per il Carnevale. Cecchi Gori gli disse che a Firenze c`era Bagno a Ripoli, e quindi il mare. Quando scoprì che non era vero andò fuori di testa. Io e Cois lo portavamo a Viareggio a mangiare il pesce. Un fenomeno: a Empoli vinse una partita da solo dopo aver lanciato una ciabatta al vice del Trap prima di una riunione. Era rimasto a dormire fino a tardi.”
Batistuta, invece?
“Un fenomeno. Anche se un po` tirchio. A Firenze aveva questa fama.”
Nel 2004 Trapattoni le regalò l`esordio con l`Italia.
“Debuttai a Palermo contro la Repubblica Ceca nel periodo in cui Simona presentava Sanremo. Il sogno di una vita. Mi dispiace di aver smesso a trentatré anni. Avrei potuto continuare per altri quattro, ma la squalifica di cinque mesi per omessa denuncia fu disgustosa. C`è gente che si è venduta l`anima e ha continuato. Per perquisire la mia casa si presentarono in venti. Fuori c`erano decine di giornalisti. Uno schifo. Sono stato assolto dopo nove anni di calvario.”
Anche nel 2011 fu indagato per le scommesse. Ilievski l`accusò di pagare i calciatori.
“Cavolate. Il Chievo mi tesserò per darmi una mano: mi serviva un altro anno per raggiungere la pensione. Ne servono diciassette di professionismo, io ero a sedici. Risultavo tesserato, ma non mi sono mai presentato a un allenamento. Non conoscevo neanche i giocatori. La verità è che il PM prometteva sconti di pena in cambio di nomi. Io ero mediatico e lui mi tirò in mezzo.”

Quindici anni di reality, poi. Come nacque tutto?
“Volevo divertirmi. Non ho mai pensato di fare l`allenatore. Avevo bisogno di staccare un po` dopo la separazione. Andai tre mesi in Africa grazie alla Talpa nel 2005. Ho chiuso nel 2020 dopo il Grande Fratello Vip. Lì fui squalificato per una bestemmia mai pronunciata. In realtà le mie ex fidanzate fecero pressione per farmi fuori perché avevano paura dicessi qualcosa su di loro. Non l`avrei mai fatto.”

Con Nicoletta Larini come va? Ventidue anni di differenza sono molti.
“È vero, ma abbiamo messo a tacere i gufi. Ci dicevano che saremmo durati sei mesi, ma stiamo insieme da otto anni. Mi è stata vicina quando il `personaggio Bettarini`, mediatico e quant`altro, non era più tale. È un dono della vita.”
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